L'Uomo della Pioggia è stato un film profetico (2024)

Parlare di un film come l'Uomo della Pioggia, significa tornare ad un'epoca in cui il cinema, in quegli anni ‘90, sapeva coniugare vocazione civile con potenza narrativa, qualcosa che oggi è andata in gran parte persa. Francis Ford Coppola 25 anni fa ci offrì la miglior rappresentazione del concetto di ingiustizia, non solo nella società americana, per quanto certamente soprattutto in essa. Lo fece traendo spunto da uno dei migliori libri di John Grisham (autore tra l'altro de l'Avvocato del Diavolo), tra gli autori più noti di sempre soprattutto per quello che riguarda il legal drama, ma spesso poco valorizzato sul grande schermo.Ed in tempi come i nostri, in cui l'ingiustizia sociale impera, in cui i diritti dei più deboli, degli emarginati e dei più bisognosi sono sempre più trascurati ed emerge un classismo sempre più terrificante, questo film risulta incredibile per attualità, per la capacità di farci indignare e assieme di donarci speranza.

Uno straordinario esempio di cinema civile

L’Uomo della Pioggia aveva come protagonista il neolaureato Rudy Baylor (Matt Damon) che ansioso di diventare un principe del foro cozzava contro una realtà professionale a dir poco torbida, che faceva piazza pulita di tutti gli ideali con cui si era affacciato a questo mondo.
Assunto inizialmente dal discutibile studio del torbido Bruiser Stone (Mickey Rourke), Baylor avrebbe poi fondato il proprio studio con l'astuto e imprevedibile Deck Shifflet (Danny De Vito). Assieme prenderanno a cuore il caso di Donny Ray Black (Johnny Whitworth) malato terminale di leucemia a cui la società d’assicurazione Great Benefit ha negato le indennità necessarie.
A difendere il colosso c’è il temibile e viscido avvocato Leo Drummund (Jon Voight), che darà fondo ad ogni possibile espediente pur di vincere. Intanto, Rudy si prenderà a cuore anche il caso della giovane Kelly Riker (Claire Danes), ragazza vittima di continui pestaggi da parte del marito sadico e violento. In breve per il giovane avvocato alle prese con paure, tentennamenti e soprattutto un avversario molto più potente, inizierà una lotta senza esclusione di colpi, dentro ma anche fuori dalle aule di tribunale.

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Bowling a Columbine è ancora attuale dopo vent’anni

Nel 2002 Michael Moore presentava a Cannes un film che rimane insuperato nel parlarci del virus della violenza nella società americana.


L'Uomo della Pioggia al contrario di tanti altri film tratti dai romanzi di Grisham, stupì fin da subito la critica per il perfetto equilibrio tra diverse componenti della sceneggiatura, curata naturalmente sempre da Coppola. La narrazione ed i personaggi evitavano di togliersi spazio a vicenda, per renderci partecipi di un dramma che era assieme privato ma anche universale.Non serve aver visto il bellissimo Sicko di Michael Moore o la scioccante serie Dopesick con Michael Keaton, per sapere che ancora oggi, a dispetto di diversi tentativi, il rapporto tra sanità e società negli Stati Uniti è molto difficile. La priorità è lungi dall'essere la salute dei cittadini, molti dei quali non possono permettersi cure che in altri paesi occidentali, sono alla portata di tutti. A dispetto dei tentativi di riforma come l'Obamacare, non vi è nulla di paragonabile ad una copertura sanitaria nazionale, e le diverse compagnie di assicurazione spesso agiscono in modo assolutamente spregiudicato e spietato, come dimostrato dei numerosi casi di truffa e scandali emersi negli ultimi decenni.


Alla fin fine, la realtà è sempre la medesima: contano solo i soldi, esclusivamente il profitto, in una società in cui il successo viene prima di qualsiasi altra cosa, una teoria che proprio in quegli anni '90 si cercava di confutare, anelando ad una sorta di perfetto equilibrio tra le diverse componenti della società, la famosa Terza Via. Probabilmente nessun film di quel periodo in America si connetté così profondamente ad una volontà di giustizia sociale, di uguaglianza.
Il vero paradosso? Ad un quarto di secolo di distanza, le problematiche affrontate da questo film sono diventate ancora più attuali anche al di fuori degli Stati Uniti, visto che il concetto che occorra privatizzare trasporti e sanità, è stato accettato, anzi è diventato un diktat.
Noi stessi, negli anni, ci siamo abituati all'idea che quando ci serve veramente qualcosa di urgente, bisogna pagare e pure tanto, visto che aspettare le tempistiche che sono state anno dopo anno imposte alla sanità pubblica, significa sostanzialmente mettere a rischio la propria salute.

Un avvocato in lotta contro un sistema spietato

Matt Damon era già indicato come una delle promesse del cinema americano, ma fu grazie a l'Uomo della Pioggia che fu lanciato verso il firmamento, che poi si sarebbe rivelato essere soprattutto Good Will Hunting - Genio ribelle e Salvate il soldato Ryan.Eppure, al netto dei grandissimi successi che ha mietuto in carriera, dei tanti personaggi a cui ha donato la sua recitazione ad un tempo sotto le righe e viscerale, questo giovane avvocato idealista, empatico e determinato, è uno dei suoi più riusciti, dei più memorabili.Rudy Baylor, come sostanzialmente ogni personaggio nel film, rappresenta non sono un certo modo di affrontare la vita, ma anche una specifica parte della società americana. In lui Coppola omaggiò lo spirito della middle class, la spina dorsale della civiltà occidentale, da cui dipende quasi sempre l’ascesa o caduta di una collettività moderna. Rudy è tollerante, ambizioso ma senza essere accecato dal mito del successo, crede nel duro lavoro e nella gavetta.Tuttavia a poco a poco capisce perfettamente contro chi e che cosa sta combattendo, ed in lui emergono degli interessantissimi dubbi sul sistema dentro cui lavora, sulle sue regole e sulla sua efficacia.

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